IL PFAS É ARRIVATO NELL’OCEANO ARTICO
I PFAS sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate, che nel corso del tempo si accumulano negli esseri umani e nell’ambiente. Un pericolo ancora poco conosciuto, ma che sta salendo sempre più spesso agli onori delle cronache, come dimostra anche il recentissimo reportage sui Pfas realizzato da Presadiretta su Rai3.
Dove troviamo i PFAS? La popolazione generale è esposta alle PFAS principalmente attraverso il cibo e l’acqua potabile e potenzialmente attraverso i prodotti di consumo. Sono presenti ovunque nell’ambiente, anche nelle aree più remote del Pianeta (uno studio ha trovato PFAS anche nell’oceano Artico).
Purtroppo in Italia non esiste una legge che ne vieti la produzione e l’utilizzo. Introdotti sul mercato globale nel secolo scorso, hanno trovato ampia applicazione perché idrorepellenti, stabili e resistenti alle alte temperature. Per le loro proprietà, pur essendo pericolosi per la nostra salute, trovano impiego in una vasta gamma di applicazioni industriali e prodotti di largo consumo, tra cui:
– imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, carta da forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici;
– capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento, capi in pelle;
– nell’industria galvanica (in particolare cromatura), scioline, cosmetici, gas refrigeranti, nell’industria elettronica e dei semiconduttori, nell’attività estrattiva dei combustibili fossili, in alcune applicazioni dell’industria della gomma e della plastica, nelle cartiere, nei lubrificanti, nei trattamenti anticorrosione, nelle vernici, in prodotti per l’igiene e la pulizia e nelle schiume antincendio.
Quali cibi contengono PFAS? Le indagini rivelano anche che la presenza di PFAS nei cibi cotti varia in base al tipo di alimento: la pasta e il riso, che assorbono più acqua durante la cottura, mostrano i livelli più elevati di inquinanti, seguiti nell’ordine da patata, carota e manzo.
Come evitare i PFAS? Opta per pentole, padelle e teglie in acciaio inossidabile, vetro, ghisa o altri materiali sicuri per la cottura. Ricorda che i PFAS possono essere presenti anche in carta oleata e pellicola trasparente, quindi cerca alternative come la carta da forno non trattata o contenitori di vetro per avvolgere gli alimenti.
Come eliminare i PFAS dall’acqua del rubinetto? Tra le soluzioni più efficaci vi sono i filtri a carboni attivi e gli impianti ad osmosi inversa. Entrambi questi sistemi sono capaci di trattenere e rimuovere i PFAS dall’acqua, garantendo che ciò che beviamo sia sicuro e privo di contaminanti.
Purtroppo l’inquinamento da Pfas è un’emergenza nazionale fuori controllo. Per quanto tempo ancora il nostro governo continuerà a ignorare il problema, condannando interi territori a subire gli effetti dell’inquinamento? Serve subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose molecole, note come «sostanze chimiche permanenti», in quanto sono estremamente persistenti nel nostro ambiente e organismo. Possono avere effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.